Chi sono
Mi chiamo Elisabetta Ferracci, sono romana, dottore di ricerca in archeologia post classica, guida di Roma e provincia dal 1999, insegnante di materie letterarie e mamma tutt'altro che perfetta!
Ho sempre pensato di essere stata molto fortunata nella vita perchè fin da bambina ho sviluppato la passione per l'arte, la bellezza, la storia, la ricerca archeologica, e non esiste città migliore al mondo per coltivare queste passioni! Roma racchiude in sé tutto questo e molto altro, nascere e crescere qui mi ha concesso il privilegio di trasformare le mie passioni in una professione (anzi, due!), e di trasmetterle agli altri...perchè l'altra mia grande passione è COMUNICARE!
Da qualche anno risiedo in provincia di Viterbo, nel cuore della Tuscia della quale ogni giorno di più apprezzo la bellezza dei paesaggi, il mistero delle sue origini etrusche, la salubrità del clima, e nella quale svolgo attività culturali e didattiche in collaborazione con Musei e scuole. Da pochi mesi sfrutto la mia esperienza di mamma come animatrice di feste per bambini in collaborazione con https://www.lollyanimazione.com/
I miei luoghi del cuore...
Castel Sant'Angelo
Anch'io da bambina sono stata una principessa nel castello con le dame e i cavalieri, un castello cilindrico col suo mastio centrale, un misterioso e buio ambulacro elicoidale, il salone delle feste affrescato, la loggia affacciata sul Tevere ed un angelo con la spada sguainata in cima alla torre più alta, e da grande ho pianto insieme a Tosca sulle note di "e lucean le stelle..."...che dire, Castel Sant'Angelo tutta la vita!
Foro Romano
Era il 1994, una piovosa giornata del mese di ottobre, scavo archeologico alle pendici del Palatino, inizia a grandinare!!! Di corsa raccogliamo tutti i nostri strumenti e portiamo al coperto le cassette con i "cocci", nei magazzini ospitati in alcune stanze della domus Tiberiana, ed aspettiamo tutti infreddoliti presso una sorta di alta terrazza coperta affacciata sul Foro Romano...ed ecco che, inaspettatatamente, compare un arcobaleno che abbraccia da parte a parte le immense rovine, le colonne del Tempio dei Castori, il Tabularium, l'arco di Settimio Severo, la Curia, per andare a morire verso il Quirinale non prima di aver illuminato la Torre delle Milizie! E questa immagine non è mai più uscita dal mio cuore...
S. Giorgio al Velabro
Piccola, semplice, mistica, un po' appartata, quasi nascosta e protetta dalla poderosa mole dell'Arco di Giano che, però, nulla ha potuto contro la ferocia di Cosa Nostra...distrutta e ferita, è rinata dalle sue ceneri, ed è ancora lì, con tutto il suo fascino, in una specie di oasi in mezzo al traffico cittadino, laddove il Tevere depositò la cesta dei gemelli...
...e quelli della gola!
Il caffè del mattino a Piazza del Popolo, il maritozzo con la panna all'Esquilino, la pizza bianca di Campo de' Fiori, il panino con le melanzane "etuttoquellochevivieneinmente" in Prati, la "gricia" a Testaccio, la torta "ricotta e visciole" al Ghetto, la granita di caffè con doppia panna al Pantheon, il gelato a San Giovanni, i filetti di baccalà a Santa Barbara dei Librari, la pizza tonda col supplì a San Lorenzo, la birra a Santa Maria Maggiore...e per finire l'immancabile "grattachecca" a Ponte Cestio!